Carissimi sostenitori della SAGRA DELLE PESCHE di San Sperate, abbiamo partecipato per gioco alla competizione per la migliore Sagra d’Italia – organizzata da Fiere Sagre Italiane – e per gioco abbiamo vinto!
O meglio ha vinto il vostro affetto per le nostre pesche e la nostra Sagra, che da 58 anni coniuga felicemente tradizione, arte e cultura con la tipica ospitalità campidanese.
Nel complimentarci con tutti gli sfidanti e nel ringraziare tutti voi e gli organizzatori del concorso per lo splendido lavoro realizzato, vi diamo appuntamento a Luglio 2020 per una 59esima edizione che promette di essere all’altezza delle aspettative: insieme ce la faremo!
La Finalissima si avvicina ed abbiamo intervistato per voi Enrico Collu, Sindaco di San Sperate paese della “SAGRA DELLE PESCHE“!
INTERVISTA
Innanzitutto complimenti per aver raggiunto la Finalissima! Ci raccontate brevemente la storia della “SAGRA DELLE PESCHE”? Quali sono le sue caratteristiche ed in che periodo dell’anno si svolge? << La Sagra delle Pesche è legata in modo indissolubile alla festa del Santo Patrono San Sperate martire che festeggiamo il 17 luglio. Celebra il nostro prodotto principe, la pesca. Il nostro prodotto è conosciuto e apprezzato in tutta la Sardegna, è iscritto nell’albo Regionale dei prodotti tipici Sardi e tutelato da marchio D.e.C.o. (denominazione origine controllata) per garantire sia il produttore che il consumatore. La Sagra oltre promuovere il prodotto agricolo è un’occasione per esporre le altre peculiarità della nostra Comunità che la rendono unica fino ad essere definita “paese museo. Parliamo delle eccellenti produzioni artistiche e culturali oltre che artigianali. San Sperate inoltre ha dato i natali a uno dei più importanti artisti contemporanei: Pinuccio Sciola e annovera tra i suoi paesani anche altre importanti figure >>
Ora parliamo del 2° Torneo virtuale Fiere Sagre Italiane. Al momento dell’iscrizione avreste mai immaginato di giungere fino alla Finalissima? << No, ovviamente non potevamo sapere, considerato che per noi è un’esperienza nuova, che tipo di risposta sarebbe arrivata. Però ci speravamo perché sappiamo che la nostra oltre a essere considerata una Sagra di rilevanza Regionale, è molto apprezzata e partecipata >>
Nel vostro cammino avete incontrato e battuto: Sagra delle Frittelle, Sagra della Fragola, Sagra della Lasagna ed infine Du’ Pici Sotto Le Stelle. Vi andrebbe di raccontare brevemente ognuna di queste sfide? << Intanto è stato bello conoscere gli “avversari”. Si perché ogni volta si andava a curiosare per capire chi erano, cosa facevano e come portavano avanti le loro iniziative. Abbiamo imparato qualcosa grazie a loro. Dal punto di vista della sfida è stato incredibile ed emozionante vedere come l’adesione alla gara da parte della gente aumentava man mano si andava avanti >>
Qual è stata la sfida più dura da vincere? C’è stato un momento in cui avete temuto di perderla? << La più dura è sempre quella ancora da affrontare. Forse con la Sagra delle Frittelle c’e stato un momento, uno dei pochi per la verità, in cui siamo andati in svantaggio >>
Qual è il segreto delle vittorie della “SAGRA DELLE PESCHE”? << Nessun segreto. San Sperate è un paese accogliente, ricco di iniziative e con prodotti di qualità. Non solo le pesche ma anche agrumi, fragole e miele. Non solo agricoli ma con biscottifici artigianali di dolci sardi, produzione di ceramisti d’eccellenza e un fervido movimento artistico culturale che spazia dalla musica, passando per la scrittura fino al movimento muralistico e scultoreo. La gente quando viene a San Sperate non può evitare di rimanerne colpita, qualcosa rimane nel loro cuore. E poi le nostre Pesche sono eccezionali, provare per credere >>
Tra le Sagre che non avete incontrato quale vi ha maggiormente impressionato? << Ovviamente l’altra finalista. Se son arrivati fin lì vuol dire che sono tosti >>
La vostra regione è in fermento, il pubblico è “carichissimo” e vorrebbe portare il titolo in Sardegna. Vi sentite sotto pressione? << Assolutamente no. Questa per noi è una bella avventura, ci sentiamo carichi ed entusiasti perché abbiamo reso orgogliosi i compaesani che vivono fuori dalla sardegna, per loro questo è anche un modo per dimostrare l’amore per la mai dimenticata terra natia. E poi c’è la curiosità, anzi, quel senso di complicità che si è creato tra tutti e che coinvolge non solo i speratini ma gran parte della Sardegna. In fondo in questa competizione sentiamo di rappresentarla e per noi è nella nostra indole essere paese aperto al mondo e che con il mondo si vuole confrontare, anche per gioco >>
Volete ringraziare i vostri fans e qualcuno in particolare? << Vogliamo ringraziare tutti, uno per uno indistintamente. Una dimostrazione di affetto e di stima che ci rende felici >>
Ora vi aspetta la FINALISSIMA (14 Settembre) contro SAGRA DEI FICHI SECCHI . I riflettori del popolo delle sagre sono tutti su di voi finaliste. La vincente conquisterà il Titolo di SAGRA CAMPIONE D’ITALIA 2019. Saranno 24 ore intense. Come le vivrete e quale sarà il vostro obiettivo? << La vivremo dando il massimo, divertendoci e ovviamente vogliamo vincere. Comunque vada alla fine per noi è già un successo e vogliamo augurare un grande in bocca al lupo anche ai nostri avversari. Ci vediamo sul web >> ———————————————
Grazie per la gentile disponibilità a questa intervista.
Per consuetudine la Sagra delle Pesche è legata alle celebrazioni del Santo patrono Sperate che ricade il 17 luglio. Viene mantenuto, in tal modo, lo stretto legame fra sacro e profano che è all’origine di questo genere di manifestazioni: una fiera popolare che non si limita alla promozione del frutto per eccellenza della produzione paesana, ma autentica vetrina di una comunità laboriosa e ospitale. Un felice connubio fra storia, arte, gastronomia e produzione artigianale, nella suggestiva cornice delle vie del Paese Museo.
Giunta quest’anno alla 58^ edizione, la Sagra delle pesche può essere considerata l’evento-compendio e la sintesi popolare di oltre cinquanta anni di Muralismo, Arte, Teatro, Musica, Cultura del cibo e dell’ospitalità nel paese di San Sperate.
San Sperate e le pesche formano ormai da anni in Sardegna, un binomio inscindibile fatto di dedizione, passione e qualità. Per tutelare e sviluppare questo rapporto la Sagra si presenta anche come promozione privilegiata del marchio a denominazione comunale (De.C.O.), nato per caratterizzare e tutelare le pesche del territorio sansperatino che rappresenta, nel contempo, garanzia di qualità per il consumatore.
Identità, tradizione, promozione territoriale e cultura che è anche –e soprattutto – rispetto dell’ambiente. “Zero plastica” è stato il moto della 58^ sagra delle Pesche, durante la quale non solo è stato bandito il materiale inquinante da tutti i punti ristoro in favore di materiali biodegradabili, ma anche dalle festose bandierine, quest’anno rigorosamente in stoffa realizzate a mano dalle associazioni culturali del paese.
San Sperate, centro abitato situato a circa km 18 da Cagliari, nella fertile pianura del Campidano. è uno dei maggiori centri agricoli della Sardegna. Una felice posizione geografica, la presenza di falde freatiche superficiali, il terreno fertile e facilmente coltivabile, hanno favorito l’impianto di diverse colture tra le quali frutta, cereali e verdure hanno caratterizzato il percorso storico del paese. L’assenza di rocce affioranti e la conseguente scarsità di composti litici di dimensioni significative per l’utilizzo in edilizia, determinò nel corso del tempo, non solo il frequente riuso di materiale proveniente da strutture abbandonate, quanto, soprattutto, lo sviluppo di tecniche costruttive alternative che sfruttassero l’abbondante presenza di argilla e terra grassa. E così su ladiri, i mattoni crudi essiccati al sole, divennero nel Campidano tutto e nell’agro di San Sperate in particolare, “la materia prima dell’edilizia dall’età nuragica ai tempi nostri”.
Sono testimoniati stanziamenti stabili nel suo territorio fin dall’epoca preistorica e protostorica, confermati dagli abbondanti rinvenimenti di resti di vasellame del Bronzo medio iniziale (XVI – XV secolo a. C.). Una notevole continuità insediativa ha segnato questa località, che risulta popolata a partire dal Bronzo medio fino alla prima età del ferro (XIII – VI sec. a. C.).
Con l’arrivo dei Cartaginesi nell’isola anche il sito dell’attuale San Sperate passò sotto i nuovi dominatori, che realizzarono nel suo territorio nove abitati indipendenti. L’importanza che il paese raggiunse sotto la dominazione cartaginese sembra proseguire anche in età romana, quantunque allo stato attuale degli studi non si conosca l’esatto stato giuridico del centro.
È probabile che in epoca tardo antica rivestisse ancora un ruolo importante nel panorama sardo, tanto da poter essere scelto come luogo di ricovero per le reliquie del protomartire africano, Speratus, cui il centro deve il nome.
All’epoca dell’avvento del sistema giudicale in Sardegna, il centro fu annesso ad una delle sedici curatorie in cui era stato suddiviso il giudicato di Cagliari (1020/1040 – 1258 circa). Fu poi sotto il controllo pisano (possedimento del conte Gherardo dei Donoratico) e dal 1356 passò agli aragonesi.
Con il 1374 si aprì una nuova fase per il paese, che divenne feudo passando sotto il controllo di diversi baroni e marchesi da Giordano Tolo fino ad Efisio Cadello Asquer, che lo vendette, decretandone il passaggio, nel 1839, al regno dei Savoia.
Il Paese Museo
Nel 1968 San Sperate si presentava come uno dei tanti centri agricoli del campidano, caratterizzato da un’architettura semplice, dominata dalla terra. In ladiri erano le abitazioni del centro storico, in terra battuta le strade. Lo spazio pubblico, dunque, era sostanzialmente monocromo: il marrone della terra era il colore dominante, contrastato dall’azzurro del cielo e dal verde della vegetazione.
Fu un giovane artista locale, con un’intuizione che si rivelerà geniale, a reinventare lo spazio architettonico con il candore dei muri dipinti di bianco. Pinuccio Sciola, così, legò indissolubilmente una storia personale, ad una storia collettiva, quella della sua comunità. Al tempo appena ventiseienne, Sciola alternava periodi di permanenza nel suo paese a viaggi di studio attraverso l’Europa per frequentare importanti accademie d’arte. Con una nuova consapevolezza, aprì il borgo natio al fermento culturale mondiale, supportato entusiasticamente da una gioventù motivata e illuminata, che nel giugno del 1968 trasformò un paese di terra in un paese dai muri bianchi, muri che si apprestavano a divenire un nuovo ambito progettuale. Così, guidati da Pinuccio Sciola, giovani e bambini di San Sperate iniziarono a disegnare sui muri del paese e con loro tantissimi artisti provenienti da ogni parte del mondo. Il muro, da elemento di separazione tra spazio pubblico e spazio privato, nel 1968 si trasformava in elemento di unione, un supporto alla partecipazione sociale di una comunità capace di ricostruire la propria identità e di aprirsi a realtà culturali esterne. Da quel momento il Paese Museo, così ribattezzato, è diventato un forte richiamo per artisti di tutto il mondo, che ogni anno lavorano per le strade di San Sperate.
A oltre cinquant’anni di distanza, quello slancio creativo nato nel 1968 non si è ancora fermato e i frutti di quella straordinaria stagione non si riducono ai soli murales – che pure, ancor oggi, incantano i visitatori provenienti da tutto il mondo – ma sono un nuovo modo di concepire il rapporto tra spazio e comunità, un patrimonio immateriale di conoscenze e abilità condivise e traducibili in azioni di partecipazione ed apertura verso il mondo esterno: il colore è passato dai muri alle strade, le produzioni non più solo pittoriche sono passate alla multimedialità, il paese si è trasformato in un laboratorio internazionale a cielo aperto in cui le uniche “regole” sono il lavorare nello spazio pubblico con il coinvolgimento della comunità.
Il patrimonio culturale attuale è formato da più di cinquecento murales e alcune centinaia di istallazioni e di sculture, a cui vanno aggiunte le opere di Pinuccio Sciola, fra le quali meritano particolare menzione le famose pietre sonore visitabili nel suggestivo Giardino di Sonoro, del compianto artista scomparso nel 2017.; questo patrimonio richiama annualmente numerosissimi turisti provenienti da tutto il mondo, con particolare concentrazione nel mese di luglio, il periodo della Sagra delle Pesche.
24 ore per cullare il sogno della Finalissima in una semifinale che a visto a confronto due grandi squadre: DU’ PICI SOTTO LE STELLE di Chianciano Terme (SI) contro SAGRA DELLE PESCHE di San Sperate (SU).
La sfida parte subito con un grande ritmo: dopo 1 ora di votazione sono già stati superati i mille voti e la situazione pare abbastanza in equilibrio, con Sagra delle Pesche in lieve vantaggio.
E’ a questo punto che la squadra sarda accelera ulteriormente distaccando la squadra toscana, creando un solco sempre più importante con il passare delle ore.
La squadra di Chianciano Terme lotta, non demorde, ma San Sperate è inarrestabile e mantiene un ritmo impressionante, senza concedere possibili rimonte agli avversari.
Nelle ore successive i sardi procedono a colpi di like in una vera cavalcata trionfale: SAGRA DELLE PESCHE vince ed accede alla Finalissima!!! Complimenti!!!
3.684 a 1.782 voti il risultato finale
Ora lo squadrone di San Sperate sfiderà, il 14 Settembre, SAGRA DEI FICHI SECCHI di Miglionico in una Finalissima che promette grandi emozioni. In palio il Titolo di SAGRA CAMPIONE D’ITALIA 2019!
Un grandissimo applauso anche allo staff di DU’ PICI SOTTO LE STELLE, grande squadra che ha comunque portato Chianciano Terme nella Top-4 nazionale e potrà lottare il 12 Settembre per un prestigioso 3° posto.
Vi aspettiamo tutti il 12 ed il 14 Settembre per le finali.
Una super SAGRA DELLE PESCHE di San Sperate vince la 7a sfida degli Ottavi finale superando una grande SAGRA DELLA FRAGOLA di Maletto.
La sfida è stata equilibrata nelle prime ore di votazione dopodiché la squadra sarda ha accelerato a colpi di like distanziando i rivali siciliani, comunque mai domi ed autori di una notevole prestazione.
1.793 a 1.282 il risultato finale.
Un grande applauso a SAGRA DELLE PESCHE che accede quindi ai Quarti di finale dove incontrerà la vincente dell’ultima sfida degli ottavi: SAGRA DELLA LASAGNA di Bosio contro SAGRA DEI BOSCHETTI di Montichiari.
Un grandissimo applauso anche a SAGRA DELLA FRAGOLA che si è dimostrata essere una squadra di altissimo profilo!